I disturbi respiratori del sonno: inquadramento clinico e diagnostico


Durante il passaggio dalla veglia al sonno, si hauna riduzione degli input provenienti dal sistema di controllo comportamentale, diminuisce lo stimolo ipossico alla respirazione e risulta ridotta la risposta ventilatoria alla pressione parziale di anidride carbonica nel sangue arterioso (PaCO2). Tali variazioni risultano più significative nella fase REM del sonno. Il termine “disturbirespiratori del sonno” si riferisce a un gruppo di differenti condizioni in cui queste variazioni fisiologiche sono più marcate, determinando una anomala funzione respiratoria e una frammentazione del sonno. Tra i disturbi sonno-correlati, l’apnea notturna è quella che ha ricevuto maggiore attenzione. Per apnea si intende la cessazione completa del flusso d’aria per ≥10 secondi; l’ipopnea rappresenta una riduzione significativa del flusso d’aria. Durante un sonno normale, si possono verificare episodi occasionali di apnea o ipopnea e la loro frequenza aumenta con l’età. Tuttavia, in pazienti con apnea notturna, la frequenza e la durata degli episodi risulta aumentata, determinando una frammentazione del sonno, come per l’ipossiemia e l’ipercapnia (1, 2). L’ostruzione delle vie aeree superiori (ad es., apnea ostruttiva notturna) o un ridotto controllo respiratorio centrale (ad es., apnea centrale notturna) potrebbero rappresentare la causa di un’apnea notturna. In alcuni pazienti sono presenti entrambi i disordini. Alcuni studi suggeriscono che la prevalenza del disturbo respiratorio notturno potrebbe risultare pari al 9% nelle donne e al 24% negli uomini, anche se i livelli di prevalenza dipendono dalla definizione utilizzata. Il disturbo respiratorio notturno è generalmente definito come un indice di compromissione respiratoria, oppure come frequenza di eventi respiratori anomali il cui numero sia almeno pari a 5 episodi per ora di sonno. Il disturbo colpisce prevalentemente la popolazione adulta o anziana, mentre è meno comune nei bambini (circa il 2%) (3).

L’ apnea ostruttiva notturna (OSA) è la più comune tra le sindromi da apnea dasonno. Si valuta che colpisca circa il 6% dei soggetti di sesso maschile in età adulta o anziana, mentre risulta meno comune tra ledonne di pari età. In questi pazienti, il rilassamento delle vie aereesuperiori che si verifica durante il sonno è tale da determinareun’occlusione completa delle vie aeree e provocare, di conseguenza, un blocco del flusso d’aria. Dopoperiodi variabili di occlusione delle vie aeree, il pazientesi sveglia, il tono muscolare si ristabilisce e le vieaeree risultano nuovamente pervie. Questo “circolo vizioso” si ripete più volte durantela notte, determinando episodi ricorrenti di ipossiemiaed ipercapnia. Durante l’occlusione delle vie aeree, si verifica anche un aumento del tono simpatico, che causa vasocostrizione ed ipertensione, persistenti anche durante le ore di veglia. In effetti, l’OSA è la più comunecausa identificabile di ipertensione arteriosa sistemica. In seguito all’occlusione delle vie aeree, la pressione intratoracica diventa maggiormente negativa con l’inspirazione (4). Episodi di ipossiemia possono essere associati a bradicardia e ad aritmie cardiache. Si ritiene che questi eventi siano correlati ad un’aumentata incidenza di ictus e coronaropatia in pazienti con OSA(5). Un’importante conseguenza fisiologica dell’occlusione delle vie aeree è rappresentata dai frequenti risvegli, con conseguente frammentazione del sonno. Dal momento che le apnee sono più frequenti durante la fase delsonno REM, i pazienti si lamentano di non riuscire ad ottenere un sonno realmente ristoratore. I pazienti con OSA mostrano una maggiore incidenza di incidentistradali, presumibilmente legati alla sonnolenzadurante la guida degli autoveicoli. È interessante notare che i pazienti con OSA mostrano un aumento dell’incidenza di diabete mellito e di altre manifestazioni della sindrome metabolica. Le complicanze cardiovascolaridell’OSA sembrano essere almeno parzialmente reversibili con un trattamento efficace dell’OSA (6).


Bibliografia

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N.9/2014 - MedTOPICS - Periodico Quindicinale

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