Le vaginiti infettive: cause e rischi di una comune patologia

Il termine vaginite include un ampio spettro di condizioni, causa di sintomi vaginali e talora vulvari, quali prurito, bruciore, irritazione e perdite vaginali, che rappresentano alcuni dei più comuni disturbi per i quali la donna richiede la consulenza medica.

Le più frequenti cause infettive di vaginite sono rappresentate dalla vaginosi batterica (VB), dalla candidosi vulvo-vaginale (CVV) e dalla tricomoniasi. (1)

Generalmente, si stima che 1 donna su 3 nel corso della vita sarà affetta da VB. In particolare, la VB è la più comune infezione vaginale nelle donne in età riproduttiva. Tale forma di vaginite è la conseguenza di un’alterazione del microbiota vaginale, in cui i lattobacilli, specie prevalente nella vagina sana, sono sostituiti dalla crescita patologica di anaerobi misti, come Gardnerella vaginalis, Bacteroides (Prevotella) spp, Mobiluncus spp e Mycoplasma hominis (Tabella 1 e Figura 1). (2)

Tabella 1. Confronto tra le principali specie di batteri presenti nella vagina “sana” e nella vaginosi batterica

Prevalenza di bastoncelli Gram positivi Gardnerella vaginalis
Lactobacillus crispalus Mobiluncus species
Lactobacillus jensenii Prevotella species
Lactobacillus iners Mycoplasma hominis
  Atopobium vaginae
Bacteriodes species
Peptostreptococcus species
Porphyromonas species

 

Figura 1. Prevalenza di Lactobacillus spp nella vagina sana (colorazione di Gram; ingrandimentox400).

 

 

Fattori di rischio per la VB, sebbene tale patologia non sia classificata come infezione sessualmente trasmissibile, sono fattori sessuali, quali inizio precoce dei rapporti sessuali, più elevato numero di partner sessuali, partner sessuale di sesso femminile. (3)

Per quanto riguarda i rischi associati alla VB, sono rappresentati da un aumentato rischio di sviluppare infezioni di maggiore rilevanza, quali quelle da Herpes simplex, Trichomonas vaginalis, Neisseria gonorrhoeae, Chlamydia trachomatis, HIV 1 e 2, e da possibili complicanze ginecologiche e ostetriche.

In particolare, le complicanze ginecologiche della VB includono malattia infiammatoria pelvica, endometrite, cervicite mucopurulenta, displasia cervicale, infezioni urinarie e postchirurgiche (rischio post-chirurgico 3 volte maggiore). È stato dimostrato, inoltre, che la VB in gravidanza è associata ad un aumento del rischio di aborti tardivi, rottura prematura delle membrane, parto pretermine, endometrite post cesareo, malattia infiammatoria pelvica post abortiva. La VB durante il terzo trimestre di gravidanza è risultata associata ad un rischio 10 volte più elevato rispetto a quello delle gravide sane di sviluppare un’endometrite puerperale. (2)

La CVV è al secondo posto come causa di perdite vaginali. Nell’85-90% dei casi, la specie responsabile è la Candida albicans, mentre la Candida glabrata è identificata nel 5% dei casi e altre specie in percentuali ancora minori. (3)

Si stima che circa il 75% delle donne nel corso della vita presenterà almeno un episodio di candidosi vaginale e che il 40-45% presenterà due o più episodi. Nel 5-8% dei casi, tali forme mostrano un andamento ricorrente, definito come quattro o più episodi di vulvovaginite micotica nel corso di un anno, condizione fortemente invalidante sul piano sia clinico che psicologico. (2)

Per quanto riguarda la patogenesi, perché la candida possa svolgere l’azione patogena è necessaria un’alterazione dell’ambiente vaginale e, in particolare, la riduzione dei lattobacilli produttori di H2O2; comuni fattori precipitanti un episodio di candidosi vaginale sono. ad es.. gli antibiotici ad ampio spettro, che alterano l’ecosistema vaginale. (3)

L’agente eziologico della tricomoniasi, una malattia sessualmente trasmessa, è il protozoo Trichomonas vaginalis, cofattore noto per la trasmissione di HIV. Anche questa forma di vaginite infettiva è associata a esiti ostetrici sfavorevoli, in particolare rottura prematura delle membrane e parto pre-termine. (2)

 

Bibliografia

1.Hainer BL, Gibson MV. Vaginitis: Diagnosis and Treatment. Am Fam Physician 2011;83:807-15.

2.Tavassoli K., Mattana P. L’attualità del trattamento topico delle infezioni vaginali con l’associazione metronidazolo-clotrimazolo. MINERVA GINECOL 2013;65

3.AndrewsJ. Vulvovaginal disease: An Evidence-Based approach to medical management. J Com 2009; 16 (1): 281-293

 

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N. 4/2015 - MedTOPICS - Periodico Quindicinale
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