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Associazione metformina + sulfonilurea: evidenze scientifiche di sicurezza nella gestione del diabete di tipo 2

L’associazione tra metformina e sulfoniluree è tra le strategie terapeutiche più ampiamente utilizzate nella gestione del paziente con diabete di tipo 2. Nelle attuali linee guida ADA/EASD sul trattamento del diabete di tipo 2 , per quanto riguarda i pazienti non adeguatamente controllati con la monoterapia e che devono passare alla terapia di combinazione con due o più farmaci antidiabetici, l’associazione metformina + sulfonilurea rappresenta una delle opzioni raccomandate, in considerazione dell’efficacia, della sicurezza e del costo contenuto (1).
L’associazione tra metformina e sulfonilurea può contare su un’ampia esperienza terapeutica nel diabete di tipo 2, che ne evidenzia la buona sicurezza di impiego, se viene effettuata una corretta selezione dei pazienti candidati al trattamento e un appropriato monitoraggio dei livelli di emoglobina glicata.
Uno dei più ampi studi di popolazione in pazienti diabetici, i cui risultati hanno confermato la sicurezza dell’associazione sulfonilurea + metformina, è stato condotto nel Regno Unito da Azoulay et al (2).
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Diabete: criteri diagnostici e obiettivi terapeutici

Il problema del diabete nella società moderna viene progressivamente sempre più avvertito anche a causa dell’aumento della popolazione anziana, particolarmente esposta al diabete. Si stima infatti che entro il 2030, solo nei Paesi industrializzati, il numero di soggetti diabetici anziani (età ≥ 65 anni) sarà complessivamente superiore ai 48 milioni (1). Nei soggetti anziani il diabete il più delle volte esordisce in maniera insidiosa, con sintomi aspecifici e vaghi (ad es. astenia, incontinenza urinaria, depressione, confusione ed apatia), per cui la formulazione della diagnosi e l’instaurazione della terapia risultano spesso tardive. La maggior parte dei casi del diabete nell’anziano viene diagnosticata per il riscontro casuale di iperglicemia durante indagini eseguite per altre comorbidità e/o per un ritardo nella guarigione da malattie intercorrent

I criteri per formulare la diagnosi di diabete sono i seguenti (2):
1. Glicemia a digiuno ≥ 126 mg/dl (il digiuno è definito come un periodo di almeno 8 ore senza ingestione di cibo)
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L'approccio "centrato sul paziente" per la gestione terapeutica dell'iperglicemia nel diabete mellito di tipo 2

I farmaci attualmente disponibili per il controllo della glicemia nei pazienti con diabete di tipo 2 sono numerosi, al punto che il trattamento dell’iperglicemia sta diventando una strategia terapeutica complessa e, per certi aspetti, controversa.
L’attenzione degli esperti si concentra prevalentemente sul potenziale terapeutico e sul profilo di tollerabilità delle varie classi di ipoglicemizzanti, nonché sui possibili benefici di un controllo glicemico “intensivo” anche in termini di prevenzione delle complicanze macrovascolari.
Date queste premesse, l’ADA (American Diabetes Association) e la EASD (European Association for the Study of Diabetes) hanno dato vita ad una task force congiunta di esperti che
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N. 8/2013 - MedTOPICS - Periodico Quindicinale - Dir. Resp. F. Falcone - Regist.Trib. SA n.19/2012 del 06/11/2012

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